Dopo la recente lettura di un articolo pubblicato dalla Harvard Business Review sulla creazione di valore condiviso che ha scritto Michael Porter, mi sono posto diverse domande sulla relazione tra la “responsabilità sociale d’impresa” (CSR) e la “creazione di valore condiviso” (CSV).
CSR e CSV non sono la stessa cosa:
fare bene facendo del bene?!
Alla fine sono arrivato alla conclusione che la CSR sia un concetto diverso dalla “creazione di valore condiviso”, anche se in alcuni passaggi si possono sovrapporre.
Partiamo dal fatto che da un punto di vista meramente aziendale la Responsabilità Sociale d’Impresa è ampiamente percepita come un centro di costo, non un centro di profitto. Finalizzata sicuramente a un “bene” più ampio, ma rimane comunque un centro di costo. Al contrario, la Creazione di Valore Condiviso riguarda nuove opportunità di business che creano nuovi mercati, migliorano la redditività e rafforzano il posizionamento competitivo.
Certamente la frase “fare bene facendo del bene” copre sia le iniziative a valore condiviso, sia le attività di CSR più tradizionali, come il reporting GRI (conosciuto anche come bilancio sociale) che viene adottato da molte aziende responsabili. (lo vedono anche come un costo per fare affari ) Ma riguardano la scelta di decisioni strategiche e gestionali molto diverse.
La responsabilità sociale d’impresa consiste fondamentalmente nell’investire le risorse dell’azienda in azioni da “buon cittadino”, come ad esempio il riciclaggio dei materiali, le donazioni per cause sociali, l’aumento della trasparenza nelle filiere produttive, la situazione dei propri dipendenti e così via. Il valore condiviso invece si riferisce al “core business” dell’impresa, e richiede di gestirlo in un modo nuovo, necessita di dello progettazione dell’applicazione di un nuovo modello di business. Creare valore condiviso significa comunque creare profitto per gli azionisti. Perciò la differenza fondamentale è che, da un lato, si fa qualcosa di separato dall’attività primaria dell’azienda, destinando risorse a cause nobili, dall’altro lato invece si integra la variabile dell’impatto sociale e ambientale nel core business stesso dell’azienda, mantenendo l’obiettivo finale di creare valore economico.
La Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR) e la Creazione di Valore Azionario (CSV) insieme sono il contributo dell’azienda alla società.
Ma qual è il migliore come approccio di questi programmi?
C’è grande confusione. Le imprese confondono esattamente i due punti di cui sopra. Sostengono di creare valore condiviso, ma ciò che realmente stanno facendo è togliere risorse dal proprio business per fare beneficenza (nessuno dice che sia sbagliato, anzi). Non stanno incorporando l’aspetto sociale e ambientale nel core business.
Agire come imprese e non come enti di beneficenza, è la forza più potente che l’umanità ha a disposizione per affrontare le questioni ambientali e sociali. Tutto inizia con un cambio di mentalità, definendo il ruolo delle aziende nella società.
Per concludere, la CSV si presenta come uno strumento capace di indirizzare le imprese verso una nuova forma di sostenibilità aziendale che vada oltre la mera “politica d’immagine”, in favore di un nuovo tipo di adattamento aziendale, capace di generare nuove opportunità di innovazione e successo. Questa è la peculiarità di tale concetto, che si presenta più come una forma di strategia aziendale.
Per le aziende intraprendere questa strada significa ispirarsi a un modello di sostenibilità e circolarità economica con grandi vantaggi per il brand e la longevità dell’azienda.
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